L’Ombra del Gran Sasso
(Leggenda abruzzese) di Alfredo Niceforo
…Narrava la leggenda :
… Erano i tempi remoti delle
fate e dei geni,
quando per i campi
sbocciavano i fiori fatati e le stelle dei cieli
erano la guida ai giovani
cavalieri smarriti nei boschi.
Tutte le sere, appena il velo
misterioso delle tenebre scolorava, nella valle,
gli alberi e la campagna, il
giovane ardito fra le fronde del parco
trovava la castellana bionda che l’attendeva
piena d’amore :
e la in faccia al mistero della notte e dell’azzurro
del cielo
era un sussurrio d’amore, un
mormorio di baci. Ma una sera, il giovane
non venne, e la castellana si
fece triste, né più per l’avvenire
la coppia amorosa ebbe i
colloqui d’amore tra le fronde del parco.
Lei era bella, era bionda,
aveva lo sguardo celeste e profondo come il mare,
lontano lontano sulla vetta
del monte gigante spuntava il fiore bianco,
il fiorellino d’argento che
svelto da una fanciulla abbandonata
avrebbe subito fatto tornare
l’infedele amante alla fede di prima,
e allora la fanciulla bionda
si mise alla ricerca del fiorellino d’argento….
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